A Lei. Un faccia a faccia inevitabile

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In una memorabile scena de “Il settimo sigillo”, il regista e scrittore svedese Ingmar Bergman immagina una partita a scacchi fra il Cavaliere e la Morte. Fronteggiare la morte è il tabù dei nostri tempi: la civiltà occidentale contemporanea ne opera una sistematica rimozione fatta di stordimenti, giri di parole, emarginazioni istituzionalizzate. L’autrice invece la affronta faccia a faccia, parlandole con lucidità, percorrendo le tappe del suo “pensare la morte” dall’infanzia alla maturità, attraverso fatti di cronaca ed eventi storici, inclusa la drammatica presa di coscienza generata dalla pandemia Covid-19. Per arrivare al colpo di scena finale.

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La pandemia, dunque. Ci hai colti alla sprovvista vestendoti di Medioevo, di profezie, evocando pestilenze, punizioni divine. Non eravamo preparati, allegramente vivevamo aggrappati alle nostre nevrosi, ai nostri rituali folli, placati solo dalle nostre droghe, formicolando nei nostri aeroporti e nelle nostre autostrade. Ti sei infilata in quell’invisibile porzione di DNA, in quella trascurabile sezione di vita. Il virus non ha occhi, non ha cervello, eppure vive. E del suo vivere ci ha prestato uno sguardo, ci ha costretti a pensare e a pesare. A pesare i passi, gli abbracci, i ritorni. A guardare dal buco del nostro rifugio, a contare i giorni e le ore di un’inedita prigionia. Ma tu non eri nel virus, non eri neppure nell’ala del pipistrello, nella sporcizia dei sobborghi di Dakka o dei cassonetti di Roma, né negli spettrali laboratori dove diabolici scienziati senza scrupoli avrebbero giocato (sostiene qualcuno) con i segreti codici della vita… Eri invece nelle città vuote, serpeggianti di paure arcane: l’untore, il nemico, il contagio irreversibile, i passi sull’asfalto del solitario mascherato, portato a spasso dal suo cane. Eri nella scomparsa improvvisa del nonno o del vecchio padre, inghiottiti dalla crudele ospedalizzazione della fine, corpi ammassati di nuovo come ai tempi dei lager, destinati all’annullamento quasi istantaneo, da sani a malati, da presenti ad assenti, senza neppure lo sconsolato adattamento che il rito funebre consente a chi resta, dandogli il tempo di abituarsi al distacco.

Autore

LAURA DE LUCA

Dimensioni

12×18

Formato

Cartaceo

Lingua

Italiano

Editore

La Vela

ISBN

978-88-99661-67-0

Lunghezza

116 pagine

Laura De Luca

Giornalista, autrice, conduttrice e regista radiofonica, Laura De Luca ha firmato vari testi, fra saggi, poesia e teatro. Fra i più recenti: “Nati per la radio” (Solfanelli, 2020) raccolta di interviste impossibili di autori diversi e “Manifesto per la liberazione dell’uomo (scritto da una donna)” (Fuori dal coro, 2019). Altre info qui: www.lauradeluca.net

Edizioni La Vela