Blackout della storia

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Molte persone che oggi vivono accanto a noi si disinteressano del passato e non guardano mai all’indietro. Ma nessuno potrebbe dire di aver fatto una scelta importante nella vita senza essersi misurato, anche se superficialmente e brevemente, col passato. Le cose dovrebbero andare diversamente: “la storia potrebbe e dovrebbe essere la nostra guida nella vita” e dovrebbe aiutarci “a capire meglio da dove proveniamo e anche dove vorremmo andare” (History Manifesto). Questo vale anche nei comportamenti collettivi. Chi rappresenta le istituzioni, le associazioni e le società giuridicamente costituite, dovrebbe tener conto della storia recente e remota: ma ciò, in molti casi, avviene solo occasionalmente. Resta il fatto che noi tutti, compresi gli scienziati, con il sostegno del passato compiamo passi più sicuri e da esso siamo confortati nel procedere del nostro cammino. Per questo sembra opportuno il tentativo di dare alla storia un profilo disciplinare più forte e coerente: questo saggio si pone l’obiettivo di invitare a questo compito gli studiosi, i cultori e gli utilizzatori delle scienze storiche.

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Sono passati quasi ottant’anni da quando Marc Bloch lasciò incompiuta un’opera fondamentale, che apparve postuma nel 1949, “Apologie pour l’histoire, ou métier d’historien”. Per Bloch la funzione fondamentale della storia era quella di “comprendre le présent par le passé” e di “comprendre le passé par le présent”. Essa definiva un tempo, “le temps de l’histoire”, che non era semplicemente quello della scansione temporale del succedersi degli eventi. Si può vedere il blackout della storia che dà il titolo a questo libro come il risultato della negazione delle tesi di Bloch. L’attuale negazione della storia che maggiormente sta diffondendosi, anche nelle migliori università – specialmente quelle del mondo anglosassone – ha delle motivazioni che non sono di tipo metodologico. Sono motivazioni essenzialmente politiche, che si vogliono morali. Quanto vi sia di falsa coscienza in un fenomeno come la Cancel culture, come pure nell’atteggiamento Woke, merita senz’altro di essere considerato. Ma certamente entrambe hanno in comune la negazione della possibilità del giudizio storico (dalla Prefazione di Angelo Maria Petroni).

Autore

MAURIZIO HANKE

Dimensioni

12×18

Formato

Cartaceo

ISBN

979-12-80920-12-6

Lingua

Italiano

Lunghezza

176 pagine

Editore

La Vela

Maurizio Hanke

Maurizio Hanke (Roma, 1952) si è dedicato per lunga parte della sua vita alla professione di medico-chirurgo, ma ciò non gli ha impedito di svolgere parallelamente l’attività di studio e di ricerca storiografica. Ha pubblicato numerosi lavori di storia moderna e contemporanea, tra cui un saggio su un importante esponente politico della sua città (“L’opera politica e amministrativa di Tito Sinibaldi”, Spoleto, Panetto e Petrelli, 1977). Più recentemente ha pubblicato un volume di approfondimento di tematiche biologiche, sociali e politiche (“Biologia, politica e libertà. Una teoria della politica nella scienza del comportamento umano”, Palermo, Nuova Ipsa Editore, 2013). È Vicepresidente dell’Accademia Spoletina, fondata da Gioviano Pontano, una delle più antiche istituzioni accademiche d’Europa. Ha svolto attività di promozione e animazione di istituzioni scientifiche, politiche e culturali, nazionali e locali. È appassionato di agricoltura biologica.

Edizioni La Vela