Il progetto che trovate in queste pagine non è un accessorio. È una casa che si offre a chi vuole costruire e combattere; è una fucina di suggerimenti, strumenti e disciplina intellettuale. A voi che tenete in mano questo bel libro di Antonello Cresti chiedo: prendete parte. Non limitatevi a osservare. Leggete, pensate, discutete e agite. Il sovranismo popolare è la rotta, mentre la cultura è la trincea: chi la abbandona ha già perso la guerra (Marco Rizzo).
“Cultura sovranista” è il libro di cui avevamo bisogno. Non un pamphlet d’occasione, ma un’opera organica, colta, appassionata, che restituisce dignità alla parola “sovranità” liberandola dalle caricature mediatiche. È un libro che ci obbliga a scegliere: restare nel sonno ipnotico dell’omologazione o tornare vivi, tornare popolo, tornare cultura. Antonello Cresti ha scritto una dichiarazione di guerra contro la resa dell’intelligenza (Enrica Perucchietti).
Antonello Cresti è, con tutta evidenza, uno spirito libero. E, per questo stesso motivo, è anche un ribelle. Cresti ha avuto il grande merito di capire che la lotta necessaria oggi non è solo politica, economica e sociale, ma anche culturale, antropologica, spirituale. Perché l’avversario – il capitalismo globale – è un fatto sociale totale. “Cultura sovranista” non è soltanto una diagnosi, piena di poesia e bellezza: è anche un progetto, un appello all’azione e persino un’arma (Alain de Benoist).
















