“Fantasmina, fantasmina che di notte vai…”. Europa, idea, proiezione, evocazione, invocazione? Un nome nella storia del presente, del passato. “Fantasmina, fantasmina che di notte vai…”. L’idea di Europa nasce nel medioevo. Certo, non l’“Europa” che ci è familiare e quotidiana, frutto inestimabile di una volontà politica maturata dopo la seconda guerra mondiale, ma l’Europa come dimensione geografica e culturale. “Europa” e “medioevo” coincidono. Non così, per quanto sembri paradossale, “Europa” ed “europeo”, anche se indubbiamente solo nel medioevo si possono collocare le nostre radici di europei. Le origini affondano, come sempre, nell’antichità classica.
L’Europa e il suo fantasma
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“Uno spettro si aggira per l’Europa”, proclamavano quasi due secoli or sono Marx ed Engels, dimostrando se non altro di ritenere l’Europa uno spazio geografico ben definito. Ma gli spettri, a vederli e a crederci, incutono terrore e orrore. Non così, o non del tutto, per altre apparizioni, che possono generare invece impressioni dall’inquietudine al fascino alla speranza all’amore: ma il cui primario elemento è, comunque, l’illusione. Si chiamano, di solito, fantasmi. All’Europa come “fantasma” è dedicato questo saggio di Glauco Maria Cantarella, che sulle varie e diverse accezioni medievali del concetto di Europa è tornato più volte (Franco Cardini).
| Autore | GLAUCO MARIA CANTARELLA |
|---|---|
| Dimensioni | 12×18 |
| Formato | Cartaceo |
| Lingua | Italiano |
| Editore | La Vela |
| Lunghezza | 144 pagine |
| ISBN | 978-88-99661-71-7 |















