Il presente saggio si rivela una preziosa occasione anche e soprattutto per fare i conti con il retropensiero che è andato a formare l’attuale società secolarizzata. Infatti, a partire dalla canzone di Lennon, il discorso di Nieri si amplia fino a indagare le radici dello sconforto postmoderno, di quel milieu di rassegnazione e rabbiosa negazione della religione che caratterizza un’umanità priva di bussola, che per vivere crede basti sostituire il sangue con coriandoli colorati e tante buone intenzioni (Luca Fumagalli).
“Imagine”, ad avviso di chi scrive, deve essere intesa come un confuso calderone, perfetto specchio e riflesso degli anni che la precedettero immediatamente. Non mitizziamola, non facciamone un inno (di questi tempi sarebbe alquanto sconveniente), non proibiamone lo studio, anzi, ripensiamola criticamente proprio per comprendere meglio questo infinito post anni sessanta in cui ci troviamo (Antonello Cresti).













