La scuola a modo mio. Insegnare nell’epoca dell’omologazione

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È possibile una scuola diversa? Angoscia, eterodirezione, costrizione, noia e inautenticità sono tratti costitutivi di ogni esperienza scolastica, oppure un suo ripensamento profondo potrebbe risolvere questi problemi? Qual è il ruolo dell’insegnante, nell’era di Google sempre in tasca e della AI? La scuola, infatti, non è solo lo specchio della società, ma soprattutto la sua matrice. Il potere politico, e soprattutto quello economico che lo determina, sanno che attraverso l’allevamento dei nuovi sudditi essi possono perpetuarsi. Tale allevamento si basa sulla castrazione della capacità critica dei giovani e sulla spinta all’omologazione. Il libro è quindi un campanello d’allarme, ma anche l’ingresso di un sentiero che dovrebbe essere percorso adesso, prima che sia troppo tardi. L’in-segnante, “colui che segna dentro”, dovrebbe essere un testimone, il custode di tale sentiero. Attraverso le sue parole, ma soprattutto la coerenza tra esse e le sue azioni, egli ricopre ancora un ruolo centrale nella vita di ognuno, nel bene e nel male.

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Stretti nella morsa tra burocrazia e conformismo, tra politicamente corretto e impreparazione, molti dei docenti italiani sono oggi i megafoni passivi dell’agenda 2030, del progetto multiculturalista, delle ideologie woke e gender, dell’euro-ottimismo, degli imperativi liberal-capitalistici e atlantisti e via dicendo. Lo spazio per il dissenso è sempre più ridotto, attraverso strumenti di censura e manipolazione delle coscienze. Esiste, inoltre, una verità indiscutibile: una buona parte dei ragazzi di diciotto anni legge con difficoltà periodi con più di due subordinate. Occorre prenderne atto, come occorre prendere atto del fatto che tale incapacità di maneggiare concetti complessi sia una manna per il potere che ciò ha determinato, riducendo sempre di più, ad esempio, lo studio del latino, della storia e della filosofia. È lo stesso potere che invece occupa le menti con fantomatiche emergenze e con la necessità di una educazione sessuale e/o sentimentale a scuola, con la lotta al patriarcato, con progetti basati sulla “programmazione neurolinguistica”.

Autore

MATTEO SIMONETTI

Dimensioni

12×18

Formato

Cartaceo

ISBN

979-12-80920-43-0

Lingua

Italiano

Lunghezza

122 pagine

Editore

La Vela

Matteo Simonetti

Matteo Simonetti, marchigiano, nato nel 1971, professore liceale di storia e filosofia, è saggista, giornalista e musicista. Dottore di ricerca in Storia della filosofia presso l’Università di Salamanca e autore di pubblicazioni per riviste scientifiche internazionali, ha tenuto conferenze su temi storico-filosofici per enti accademici di rilievo. Oltre all’attività didattica, si dedica allo studio della storia e del pensiero tra le due guerre mondiali. Ha collaborato a varie testate e riviste tra cui “Il Secolo d’Italia”, “Il Borghese”, “L’Indipendente”, “L’uomo libero” e con vari siti internet e canali televisivi. Oltre a cento articoli apparsi sulla stampa nazionale, ha pubblicato sei libri, tra i quali i saggi Demonocrazia. Critica all’inganno democratico (Solfanelli, 2010); Kalergi. La prossima scomparsa degli europei (Nexus, 2017); I quaderni neri di Heidegger. Una lettura politica (Idrovolante, 2019); Hitler e Fichte. Capire il nazionalsocialismo (Nexus, 2022). Al centro del suo impegno sociale, politico e intellettuale, ci sono la difesa assoluta della libertà di pensiero e la lotta ai pregiudizi che la società del consenso promuove presso i suoi sudditi nei media e nella scuola.

Edizioni La Vela